Bisogna avere pazienza, così come gradualità. Perché i nuovi dati non possono essere ignorati». Mário Centeno non è mai sopra le righe. Il governatore del Banco de Portugal, già presidente dell’Eurogruppo, è pragmatico. Ed è per questo che è uno dei membri della Banca centrale europea (Bce) più ascoltati da Christine Lagarde. Centeno non nega che la persistenza dell’inflazione sia un problema per l’Eurozona. Ma allo stesso tempo sottolinea come spesso i mercati siano più volatili di quanto dovrebbero. Non solo. La girandola di dichiarazioni dei banchieri centrali, dice citando Jorge Luis Borges, è eccessiva. Troppi commenti, troppe voci. E quindi troppa incertezza, che si aggiunge a quela geopolitica. «Prima vediamo i dati di marzo, poi decidiamo», afferma.
Governatore, un aumento dei tassi di 50 punti base alla riunione di marzo sembra scontato. E dopo?
Dobbiamo sempre ricordare che la Bce prende decisioni in base ai dati. Quindi, dobbiamo guardare con molta attenzione a quali saranno le previsioni di marzo. Questo è il dato più importante che avremo per guidare le nostre decisioni future. Se mi chiede cosa accadrà dopo marzo, penso che sia importante prendere sul serio le stime che avremo tra pochi giorni. Siamo stati sorpresi dall’inflazione al ribasso rispetto alle nostre previsioni
di dicembre. Stimiamo che la scelta della prossima settimana rifletta questa minore inflazione.
La delusione sui mercati è stata elevata.
So che i mercati e gli agenti economici sono molto veloci nell’apprendere e adattarsi alle novità. Ma dobbiamo ricordare che il dato di febbraio (appena diffuso) era di diversi punti base al di sotto della previsione di dicembre. Una minore inflazione non richiede tassi di interesse più elevati. Inoltre, il processo di aumento del tasso di interesse principale è stato molto rapido.
Forse troppo?
Sì, abbiamo già aumentato di trecento punti base, da luglio 2022 a febbraio 2023. Non era mai successo prima, non si era mai andati così veloce. Abbiamo bisogno di un po’ di pazienza per consentire a questi 300 punti base di incremento di avere un impatto sull’inflazione, perché questo è il nostro obiettivo principale. La trasmissione (della politica monetaria, ndr) è un processo continuo. Inoltre, oggi permangono ancora incertezze, guidate principalmente da considerazioni geopolitiche, che invitano alla prudenza. La guerra há comportato un enorme costo di benessere per tutti gli europei. Dopo marzo dobbiamo tenere conto di tutti questi ingredienti.
I nuovi dati potrebbero segnalare che l’inflazione sottostante è più persistente del previsto. È un problema. Qual è la soluzione? La politica monetaria può fare molto, ma non tutto...
Permettetemi innanzitutto di dire che la Bce non ha come obiettivo l’inflazione sottostante, ovvero la core. Miriamo a quella primaria, o headline. Naturalmente, sappiamo che ci sono pressioni in corso sui prezzi che possono essere più forti ed è possibile che oggi si rivelino molto più forti in quella sottostante che in quella complessiva. Naturalmente, dobbiamo esaminare altre letture dei rincari. Ma non dovremmo affrettarci a trarre conclusioni molto velocemente.
C’è qualche ritardo, quindi?
Sì. L’inflazione sottostante è aumentata con un ritardo di quattro-sei mesi in Europa.
Vede una spirale tra salari e prezzi?
Dobbiamo vigilare molto attentamente, ma non la vediamo.
Nessun disancoraggio delle aspettative?
Per ora, non è un problema. Ma è qualcosa che dobbiamo continuare a monitorare.
Sono molti i governatori che chiedono più gradualità e più prudenza. Altri, invece, chiedono più aggressività. Com’è la dialettica nel Consiglio Direttivo?
«Quando si prendono decisioni in un organo progettato per scelte in modo collegiale, cerchiamo il consenso. E cercare il consenso è probabilmente più importante dell’unanimità. Ho avuto una certa esperienza in materia durante la presidenza dell’Eurogruppo. Quindi, posso assicurarvi che c’è consenso sulla via da seguire. Siamo tutti molto uniti sulla traiettoria che dobbiamo seguire. Certo, a volte possiamo divergere con il ritmo, su come leggiamo in modi diversi le informazioni che abbiamo. Le posizioni costruttive e positive
dei diversi membri, anche in altre istituzioni, sono state molto utili per l’area euro, vista la lunga crisi, iniziata com la pandemia.
Poi la guerra, poi la crisi energetica.
Esattamente.E il sostegno degli europei verso l’euro non è mai stato così alto. I cittadini europei comprendono appieno i nostri impegni».
Avete avviato il Qt (Quantitative tightening) passivo, ovvero state restringendo il vostro bilancio. Meno reinvestimenti sui titoli di Stato, compresi i Btp italiani. È un enorme punto di svolta.
Fa parte del percorso verso la normalizzazione che abbiamo iniziatoa dicembre 2021. Dobbiamo continuare il processo di Qt, che è appena iniziato. Sarà abbastanza equilibrato e sarà condotto in un modo tale da preservare la stabilità finanziaria in Europa. E’ necessário farlo. Abbiamo iniziato con una cifra molto piccola. Il portafoglio App (Asset purchase programme) diminuirà di 15 miliardi di euro al mese. Ciò è compatibile con questa idea di non intaccare la stabilità finanziaria. Esamineremo queste cifre a giugno. La riduzione del portafoglio sarà determinata nel tempo e preserverà la stabilità stessa.
E l’Italia? Quali sono le prime tre priorità per il Paese?
Il valore più importante nelle politiche pubbliche per me è la credibilità e la credibilità si ottiene con l’adempimento degli impegni. Pertanto, la massima priorità è garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche. Poi ci sarà una cascata di effetti di cui beneficeranno tutti nel Paese. L’Italia è uno dei Paesi in cui, storicamente, l’euro gode di minore sostegno. Ma questa volta il crescente sostegno dimostrato dall’Eurobarometro è stato molto evidente anche a Roma. Gli italiani capiscono molto bene l’importanza di essere nell’Eurozona. Questo è rassicurante.
Negli ultimi mesi molti governi, compreso quello italiano, hanno criticato il percorso della Bce. Quanto è difficile resistere a queste critiche?
Sono un grande fan del coordinamento delle politiche fiscal e monetarie in Europa. Dobbiamo farlo, senza alcun tipo di ripensamento, riguardo al dominio fiscale o monetario. La Bce è indipendente, abbiamo un mandato molto chiaro. Stiamo adottando misure, a mio avviso, in modo equilibrato e dobbiamo continuare a farlo. Abbiamo creato gli strumenti necessari per consentire che la trasmissione della politica monetaria sia una realtà, senza mettere in discussione il processo. Pensiamo al Transmission Protection Instrument (TPI), per esempio. E dobbiamo ricordarcelo sempre. Continueremo a farlo in questo modo, ma dobbiamo comunicare meglio. Inoltre, tutto ciò dovrebbe essere fatto in collaborazione con altre autorità europee.
Questo è un punto. Nello stesso giorno possiamo trovare tre membri dell’Eurosistema che commentano il percorso della Bce. Può essere un problema?
Non so se prenderete la mia risposta come una critica oppure no. C’è una frase di un famosíssimo scrittore argentino, Jorge Luis Borges, che dice che “non si deve parlare se non si riesce a migliorare il silenzio”. Penso sia una grande lezione. Non so se Borges abbia mai lavorato in una banca centrale. Non credo. Ma probabilmente era molto più consapevole dei doveri dei banchieri centrali di quanto lo siano oggi alcuni banchieri centrali. Quindi, onestamente, ritengo sia molto importante inviare il messaggio che vogliamo
raggiungere il 2% di inflazione a medio termine. Il tasso di interesse non rimarrà per sempre al di sopra del valore neutrale. In modo che i nostri concittadini possano capire chec’è unoscopo in tutte le nostreazioni, che sarà vantaggioso per tutti noi.
Tra pochi giorni ci sarà la prossima riunione del Consiglio. Quindi dobbiamo aspettarci molte esternazioni a riguardo...
Mettiamola così: preferisco guardare alla headline, intesa come inflazione generale, piuttosto che le headlines, ovvero i titoli dei giornali.